Metodi anticoncezionali: quale scegliere?
27 luglio 2017

Per contraccezione si intende l’utilizzo di metodi anticoncezionali, atti cioè ad evitare il concepimento. Le alternative disponibili sono molte, ma conoscerne le caratteristiche può aiutare a scegliere quella più adatta alle proprie esigenze.

Pillola Anticoncezionale: Molto conosciuta ma ancora poco utilizzata nonostante esista da 40 anni, si stima che in Italia la usi meno del 20% delle donne in età fertile. La pillola, oltre che indicazioni contraccettive, viene spesso prescritta a scopo terapeutico per la cura di svariati disturbi ginecologici (endometriosi, sindrome premestruale, micropolicistosi ovarica, cicli menometrorragici etc.)
È solitamente composta da una componente di estrogeni ed una di progestinici, a dosaggio fisso o variabile.
Negli anni si è passati da formulazioni con dosaggi elevati di estrogeni per poi passare a dosaggi sempre più bassi, per limitarne gli effetti collaterali. Oggi esistono formulazioni con estrogeni naturali ossia identici agli estrogeni endogeni (prodotti fisiologicamente) che hanno un impatto metabolico trascurabile.
Anche i progestinici sono cambiati negli anni e permettono di individualizzare la scelta della pillola a seconda delle caratteristiche della donna: presenza di acne, ritenzione idrica, disturbi dell’umore, cicli abbondanti, micropolicistosi ovarica, irsutismo, endometriosi.
Ci sono pillole a solo contenuto progestinico per quelle donne che non possono assumere estrogeni (come durante l’allattamento) o per donne affette da endometriosi.

Cerotto anticoncezionale:
si tratta di cerotti medicati che rilasciano estrogeni e progestinici, hanno lo stesso meccanismo d’azione della pillola e vengono prescritti in donne che non possono assumerla.

Anello vaginale: come il cerotto è costituito da estrogeni e progesterone, particolarmente indicato per quelle donne che non ricordano di assumere tutti i giorni la compressa per bocca o che fanno lavori con orari sempre diversi o notturni (hostess, infermiere, medici). Il vantaggio principale, infatti, è che va inserito in vagina e mantenuto ininterrottamente per 3 settimane e poi rimosso per la settimana di sospensione canonica.

Impianto sottocutaneo: si tratta di un piccolo bastoncino di un paio di centimetri di lunghezza e diametro sottilissimo, che rilascia solo progestinico. Questo viene inserito nel sottocute del braccio e ha una durata d’azione molto lunga (anni), molto usato dalle donne sudamericane, è particolarmente indicato per le giovanissime o per chi vuole essere protetta a lungo tempo senza correre rischi di dimenticanze.

Il preservativo: è anche definito “metodo di barriera” perché protegge la donna dalla trasmissione di malattie sessualmente trasmesse (se utilizzato in modo corretto e costante). Dovrebbe essere il metodo di scelta quando non si è sicuri delle condizioni di salute del partner, per i rapporti occasionali e, sempre, nelle donne giovani con relazioni iniziali.
L’utilizzo della pillola non esclude l’utilizzo del preservativo (ossia si possono utilizzare insieme), permettendo alla donna una gestione attiva e autonoma della propria sessualità e della pianificazione del proprio desiderio riproduttivo, senza correre il rischio di contrarre infezioni come HIV, HPV, epatite B, SIFILIDE, clamidia e altre malattie veneree.

Spirale:
è un dispositivo che viene inserito in sede intrauterina. Oggi ci sono spirali che oltre ad avere uno scopo contraccettivo, hanno un effetto terapeutico in presenza di cicli abbondanti e di patologie quali l’adenomiosi e l’endometriosi, in quanto rilasciano bassi dosaggi di progesterone che agisce solo in sede uterina inibendo quindi la proliferazione endometriale. La spirale solitamente garantisce la sua azione per 3-5 anni, è particolarmente indicata in donne che hanno già partorito e completato il proprio desiderio riproduttivo, seppure ogni caso va individualizzato e possa avere indicazione anche in donne giovani.

Metodi contraccettivi chirurgici: sterilizzazione tubarica laparoscopica e sterilizzazione isteroscopica, sono metodi irreversibili, che implicano un approccio chirurgico, quindi più invasivo.

Metodi naturali: i più noti sono il coito interrotto e la misurazione della temperatura basale, che hanno una efficacia contraccettiva limitata, e servono per quelle donne che mettono in conto una eventuale gravidanza, non essendo altamente sicuri nell’evitare il concepimento.