Translucenza nucale
Cos’è e a cosa serve.
Questo esame è abbastanza recente nell’ambito della ginecologia. Infatti la rilevazione ecografica e la misurazione della translucenza nucale, tra la 11 ^a e la 13+6 ^ settimana di gravidanza, è stata introdotta negli anni ‘90.
Cos’è la translucenza nucale?
Si tratta dell'accumulo di linfa a livello della cute nucale del feto, presente in normalmente in tutti.
Se questo accumulo di linfa, ossia se lo spessore della translucenza nucale, è aumentato, cresce anche il rischio che si verifichino anomalie cromosomiche e malformazioni fetali.
La predittività di tale esame è rilevante, sebbene non esaustiva. Infatti, la sola misurazione della translucenza nucale, consente di identificare il 75 percento dei feti affetti da trisomia 21 (sindrome di Down), con una percentuale di falsi positivi del 5 percento.
Se a questo test si associa il dosaggio di markers biochimici su plasma materno, che si dosano con piccolo prelievo di sangue alla mamma, eseguibili contestualmente all'ecografia, si possono identificare l'85-90 % dei feti affetti da sindrome di Down.
La misurazione della translucenza nucale va fatta da un operatore esperto ed accreditato (in Italia, inoltre deve necessariamente essere un ginecologo), quando la lunghezza vertice-sacro del feto, misura tra 45 e 84mm.
Il vantaggio di questi test di screening (misurazione della translucenza nucale, associata o meno alla valutazione biochimica) è che si eseguono in epoca precoce (primo trimestre) e che non sono invasivi, quindi non comportano rischi abortivi per la gestazione.
Questi test non sono diagnostici (lo sono solo la villocentesi e l'amniocentesi).